sabato 30 gennaio 2016

L'angolo delle interviste

L'instancabile Enrico Ferranti non si ferma mai. Ecco servita l'ennesima intervista ad una ragazza della FELMAC Limena che come sempre è stata pubblicata nella pagina di "BASKET ROSA

CARLOTTA LAMONICA si racconta a BASKET ROSA.

 IN CHE SQUADRA MILITI E IN CHE RUOLO? "Milito nella Felmac Limena nel ruolo di Guardia e, all'occorrenza, anche Playmaker".

RICORDI LA TUA PARTITA D'ESORDIO? QUALI LE TUE EMOZIONI LEGATE A QUELL'EVENTO? "La mia partita d'esordio nel basket è stata circa dodici anni fa nel palazzetto del Vigodarzere con il Coach Stefano De Nicolao. Di quella partita ricordo che ero l'unica bambina in mezzo a tanti bambini di due anni più grandi di me; da ciò che mi raccontano non mi sono lasciata spaventare da nessuno e correvo per tutto il campo divertendomi tantissimo, senza farmi prendere (segnando pure i miei primi due punti)".

CHE COSA RAPPRESENTA, PER TE, LA PALLA A SPICCHI? "La palla a spicchi... mi ha sempre affascinata come un semplice sport possa stravolgere la vita di una persona. Per me la pallacanestro rappresenta una via d'uscita da tutto e da tutti, lo è sempre stato; è la libertà di poter dire, in un'altra lingua, ciò che si pensa e ciò in cui si crede".

CHE COSA TI HA SPINTO A SCEGLIERE QUESTO SPORT? "Quando ero in seconda elementare, mio fratello giocava nella Pallacanestro Vigodarzere, ed io dopo una lezione di danza e qualche mese nella pallavolo, mi sono trovata a seguirlo e a conoscere questo nuovo mondo da cui non sono più voluta tornare indietro".

CHE COSA TI "REGALA" QUOTIDIANAMENTE? "Questo sport, in questi anni, mi ha regalato moltissime emozioni e ricordi fantastici, ma credo che uno dei più belli sia legato al mio secondao anno nel basket femminile, quando giocavo nella CadelFa Padova, allenata da Coach Michele Kravina. Quell'anno, senza accorgercene, ci siamo trovate a giocare in Toscana la partita decisiva dell'interzona che avrebbe deciso o meno il passaggio alle finali nazionali del 2012. Fino a trenta secondi dalla fine eravamo pari con il punteggio, fino a quando una mia compagna ha rubato palla e così abbiamo incassato due punti a favore: è stata l'apoteosi per tutti. È stata la prima di tre fantastiche finali nazionali, e rappresenta uno dei ricordi più preziosi che ho".

TI DESCRIVI IN CAMPO E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? "In campo ho molta grinta e voglia di dare il massimo. Cerco di stare vicina alle mie compagne quando hanno bisogno di essere spronate... e quello che cerco di ripetere ad alcune, ma soprattutto a me stessa, é che quando parto non posso provare di pensare: provare implica la possibilità di fallire, e non bisogna nemmeno considerarla; noi sappiamo dove vogliamo arrivare e sappiamo di potercela fare.. questo basta. Se conserviamo l'idea di fallire, presto o tardi, ci accontenteremo di aver fallito perché era, comunque, nei nostri progetti fin dall'inizio. Mi piace moltissimo quando la palla gira bene in campo ed esulto alla grande ad ogni punto. Sono una ragazza abbastanza emotiva; le sconfitte fanno sempre male, ma cerco di trovare qualcosa di buono anche in quelle dandomi così la possibilità di crescere cestisticamente. Nella vita di tutti i giorni penso di essere un po' come sono quando gioco, metto grinta nelle cose che faccio (dallo studio a qualsiasi altra piccola sfida), e se le cose non vanno come speravo mi butto un po' giù, ma poi riprendo con ancora più grinta perché penso che i limiti siano soltanto illusioni".

COME PROCEDE LA STAGIONE, SIA A LIVELLO PERSONALE CHE DI SQUADRA? "La stagione a livello di squadra, secondo me, procede alla grande! Ho instaurato rapporti sempre più vicini con le mie compagne, che sono diventate un po' le mie sorelle maggiori (o mamme), dato che sono una tra le più piccole. A livello personale credo di essere un po' cresciuta, non tanto a livello di tecnica quanto di testa. Fisicamente sono stata un po' sfortunata tra slogature di caviglie, del ginocchio ed altro, sono dovuta stare ferma abbastanza spesso (a volte il Coach si arrabbiava perché tornavo troppo presto da un infortunio)".

IL TUO FUTURO... COME LO VORRESTI? "Frequento il quinto anno del Liceo Scientifico; la domanda su "cosa vorrei dal mio futuro" ricorre molto spesso ultimamente... e la risposta, ugualmente ricorrente, è "non lo so": nel mio futuro a livello di Università, lavoro, città dove vivrò è tutto molto confuso e alquanto ignoto. Ma una delle poche certezze che ho nella vita è la pallacanestro: non lascerò mai questo mondo, o almeno ci proverò. Mi ha regalato talmente tante esperienze, emozioni, importanti lezioni, amicizie... che rimarrà in me per sempre".

Si ringrazia per la collaborazione Adriano Volpin e il suo Blog: "IL BLOG DI PAPÀ FOX". 

e.f.

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