lunedì 25 aprile 2016

L'angolo delle interviste

Nonostante le festività Enrico FERRANTI non si ferma e continua il suo lavoro dentro il mondo del basket femminile collaborando con la prestigiosa pagina "BASKET ROSA". Ecco il suo ultimo lavoro in termini di tempo.

FRANCESCA RUBINI si racconta a BASKET ROSA.

IN CHE SQUADRA MILITI E IN CHE RUOLO GIOCHI?
"Milito nella Promozione del Limena Rosa come guardia".

CI RACCONTI LA TUA ESPERIENZA CON LA PALLA A SPICCHI? COME E QUANDO HAI INIZIATO A PRATICARE QUESTO SPORT?
"I primi palloni da basket li ho presi in mano nelle palestre in cui mio papà allenava, sin da quando ero veramente piccola. In realtà, però, nel mondo dello sport ho debuttato come ginnasta di ginnastica ritmica, sport bellissimo, ma l'individualità e la femminilità portata all'estremo che lo caratterizzano non facevano per me. Dai sette ai dieci anni, così, ho portato avanti parallelamente la ginnastica e la palla a spicchi, mi sembrava un compromesso perfetto. Quando è stato il momento di scegliere, però, il basket è risultato il grande vincitore... mi divertiva molto di più. Il mio percorso sul parquet, tra l'altro, è iniziato proprio a Limena, dove ho giocato quasi per intero gli anni del minibasket prima di spostarmi ad Abano, al Thermal; quindi, quello di quest'anno, per me, è anche un po' un ritorno alle origini, a casa".

I TUOI PREGI E DIFETTI IN CAMPO?
"Partiamo dai difetti, che di quelli ne sono piuttosto consapevole e sicura: al contrario di come sono nella vita, in campo succede che mi dimentichi di portare con me la mia personalità incisiva ed esuberante, rinunciando spesso ad occasioni di tiro che puntualmente mi pento di non aver sfruttato a fine match; non nascondo di far fatica a dar fiducia al mio palleggio. La squadra, in questo, aiuta molto con forti iniezioni di fiducia che il più delle volte risultano efficaci a livello motivazionale. Sinceramente non saprei dove andare a parare per i pregi.. di sicuro non sono egoista, gioco per e con la squadra che sia dal campo, dalla panchina o dalla tribuna".

DI CHE TI OCCUPI OLTRE AL BASKET? "Sono una studentessa del primo anno di Scienze della Formazione Primaria, studio per diventare insegnante di scuola primaria. Amo i bambini, stare con loro, osservarli, interagirci in qualsiasi contesto, anche sul parquet. Seguo un gruppo di giovani minicestisti, CMB Orfeo, al fianco di Massimo Caiolo... sono animatrice in parrocchia e amo ogni genere di iniziativa rivolta ai più piccoli. Il canto è un'altra mia innata passione; faccio parte della grande famiglia gospel SummertimeChoir con cui condivido e sperimento in musica ed emozioni. A tempo perso adoro disegnare, costruire cose; leggo, porto avanti un rapporto alla "odi et amo" con mio fratello e svaligio negozi di scarpe e dischi".

TUO PADRE E' ALLENATORE: CI PARLI DI LUI IN QUESTA VESTE?
coach Daniele Rubini
papà di Francesca
"Beh, sarò di parte, ma io dico che il mio papà è proprio bravo. Poi sarò influenzata dal fatto che ultimamente è tornato ad allenare le giovanili (u18 eccellenza Virtus), e che quindi lo vedo al fianco di ragazzi che non hanno tanti anni di differenza rispetto a me, ma come figlia posso dire che in panchina è come a casa: diretto, incisivo, schietto, geniale, creativo, severo e premuroso. In generale fa tutto con grande passione e dedizione, è puntuale nelle sue strategie ed efficace nei momenti più tesi; l'ho visto sudare più dei suoi giocatori stando in panchina, facendo il così detto "sesto uomo in campo"; l'ho visto urlare più di Pavarotti per far sentire ciò che aveva da dire; l'ho visto arrivare a casa con i capelli tinti di blu dopo la promozione in B1 quando, nel 2005/06, allenava la Reyer (non vi dico la faccia di mia madre); gli ho visto trasformare squadre, a detta di molti, un po' "anonime" in grandi sorprese da primo posto in classifica; l'ho visto zittire molteplici pronostici e previsioni che lo vedevano sfavorito; ho visto giocatori seguirlo, sempre e comunque, a prescindere dalla categoria che allenava. Me ne ha date anche troppe di dimostrazioni per essere orgogliosa (e anche un pizzico invidiosa) di lui".

QUANTO HA INFLUITO E QUANTO E' STATO IMPORTANTE NEL TUO PERCORSO SPORTIVO?
"Di sicuro è suo il merito di avermi portata a conoscere questo ambiente, di questo gioco, e di aver contribuito ad alimentare la mia passione per la palla a spicchi, in prima persona o anche solo portandomi in giro per palazzetti a conoscere realtà diverse per età, categorie, atmosfera ecc. Stare ogni weekend sugli spalti per tifare la squadra che allenava ha fatto crescere in me il grande amore per questo sport che è complesso, divertente, logico e mai scontato. Gli ho visto vincere partite all'ultimo secondo, gli ho visto perdere partite nell'ultimo minuto di gioco dopo trentanove minuti di netto vantaggio, ho visto lacrime di gioia, lacrime di delusione; ho imparato che si vince con la tenacia, con il coraggio, con la furbizia, con la pazienza e, cosa più importante, con una squadra in cui ogni giocatore ha il suo ruolo distinto per raggiungere un obiettivo comune; ha fatto crescere in me il desiderio di provare tutto questo sulla mia pelle".

Luca Zanovello,
ancora in attività
IL TUO IDOLO CESTISTICO?
"Ci sono diversi giocatori NBA e di serie A che potrebbero meritare alla grande questo titolo, ma no. Il mio idolo cestistico è Luca Zanovello.. da sempre, da quando sono piccola. Ha giocato per mio papà in diverse squadre, non ricordo neanche più quanti anni, tanti. Non il classico giocatore talentuoso, con l'innegabile ed innata predisposizione per il canestro o per la palla a spicchi (Luca se stai leggendo non me ne volere), no. Una grinta mai vista, una passione immensa sprigionata in ogni movimento, tanta tenacia... tanta tanta tanta, infinita voglia di fare fatica, preziosissimi assist e innumerevoli azioni giocate con altruismo mixate ad un pizzico di pazzia e ad un entusiasmo capace di trasportare, coinvolgere e far esultare tribune piene di tifosi. Mitico."

IN CONCLUSIONE IL TUO FUTURO: CHE PROGETTI HAI?
"Per il mio futuro progetto di laurearmi continuando a studiare per quello che desidero tanto fare, insegnare; progetto di continuare sulla mia strada prendendo parte e tenendo vive il maggior numero di attività e di possibilità, per me, per gli altri, con gli altri, con i bambini; continuare ad imparare per saper fare più cose possibili; continuare a cantare... anche solo sotto la doccia va bene, ma cantare. Un'altra cosa che mi auguro è quella di veder continuare il progetto che noi ragazze del Limena Rosa con l'aiuto di Coach Rampazzo, le Società Limena, Vigodarzere, San Bellino, Euganea e Pierobon, ci siamo create e stiamo portando avanti. Siamo un bel gruppo, siamo una bella idea, credeteci con noi".

Un ringraziamento ad Adriano Volpin e al suo Blog: "Il Blog di Papà Fox".

e.f.

Nessun commento:

Posta un commento